giovedì 14 ottobre 2010

ANCORA PANE...


Eh, si, ancora pane! Sarà il freddo, sarà la luce, sarà la voglia di casa, la voglia di forno e poi a me impastare e fare il pane piace, mi gratifica , mi illumina!! Si , mi illumina perché mentre sono con le mani in pasta :-) e mi rilasso piano piano , penso…penso…e spesso mi vengono delle illuminazioni filosofiche che mai avrei avuto in situazione di vita “normale”…
Sono una persona contorta, insicura, mi faccio mille e mille paranoie su tutto. Spesso credo di essere convinta di una cosa e subito dopo penso esattamente il contrario. Mentre faccio il pane, spesso tutto mi sembra chiaro e definito, i dubbi scivolano via come le gocce di pioggia sul vetro , sento il profumo del lievito (che mi fa impazzire!!! Più del bulgari jasmine noir : il mio preferito !!!) che, probabilmente influisce sui miei neuroni e sinapsi e mi rende più rilassata e ben disposta verso il mondo. I problemi trovano (quasi sempre) una soluzione o perlomeno un’idea di possibile soluzione.
E' un processo lungo che cammina ,mano nella mano, con l’impasto, la prima lievitazione, la seconda , la cottura e termina con lo “sfornamento” : apoteosi …divina.
In questa iperbole scorrono le mie elucubrazioni. Sono delle più varie : spaziano da Marie Antoinette (ha iniziato l’università e siamo in mega crisi : sarà stata la scelta giusta?) ,a problemi famigliari, al lavoro, alla cellulite+rughe (eh,si anche questo!), alla dolce metà, al tempo che non basta mai, alla insoddisfazione della vita, …insomma chi più ne ha più ne metta…
Possono essere pensieri stupidi, paranoie ataviche, non-problemi…
A volte però il mio pane è proprio un pane “problematico” e non mi piace sia così perché nel prepararlo immetto la mia energia sottile del momento e si rischia la mal riuscita, si rischia di avere un pane pesante, greve, che ha assorbito quest’onda grigia .
E quando capita (perché capita!), è un pane al quale non ho dato la meritata attenzione dimenticando qualche ingrediente : il classico è farlo senza sale.
E qui psicologicamente parlando, potremmo aprire una conferenza a tema.
Un panetto che lievita, ha “in nuce” la sua realizzazione futura, è già l’oggetto che sarà, e se manca un ingrediente come il sale è sintomatico . Se l’ottimismo è profumo della vita il sale metaforico è quello che la rende più gustosa, più saporita e più piacevole ed è inconsciamente normale dimenticarlo mentre sono assorta in bui pensieri perché non lo vedo, non riesco a farlo entrare nei miei meccanismi mentali che stanno, in quel momento, analizzando i miei pensieri in modo “sciapo” , senza entusiasmo.
Questo è quello che accade quando parto male a preparare i miei lievitati : non metto il sale .Mai. Poi in corso d’opera il mio umore migliora sempre ma , oramai, il danno è fatto!

Diverso è quando mi approccio alla mia adorata panificazione con spirito più leggero e spensierato. Già dall’impasto sprizzo gioia e voglia di fare e anche se il mio cervellino macina sempre (ubi maior…), sono già in fase “risolutiva” e fare il pane contribuisce ancora di più a trovare rimedi, soluzioni perfette, ai fastidi della vita. Questi pani/dolci/focacce/ecc…sono buonissimissimi…lievitano in modo perfetto, si lasciano impastare docilmente e prendono obbedienti le forme che decido di dare loro. Nella seconda lievitazione danno soddisfazioni insperate, per terminare con un gran finale dopo la cottura, regalandomi pani gonfi e morbidi, croccanti e colorati , profumati e fragranti.
Mi innamoro ogni volta di questi pani e sono orgogliosa di me (grosso successo per una che ha l’autostima sotto ai piedi!) Quando porto il pane in tavola , sentendomi forte e infallibile la mia frase storica è “ scusate, non posso farci niente se questo pane mi è venuto perfetto” ;-)

Questo che ho fatto è una pane ai cereali la ricetta è la stessa di questo (senza le nocciole) : la differenza sta nell'utilizzo di una farina ai cereali che avevo preso in Francia. L'intreccio invece l'ho copiato da questo interessante blog

Quando ho tagliato e assaggiato la prima fetta, i pensieri si sono dissolti e sono saliti in alto insieme al vapore che usciva dall’impasto (si, lo assaggio quando è sempre troppo caldo !) : scomparsi casini famigliari, rotture di lavoro, introspezioni psicologiche pesanti, …solo una sorta di nulla cosmico che dura giusto il tempo di gustarmi quella prima fetta…
“mamma…mamma….MAMMA (crescendo di tono)…ti sei accorta vero che è completamente senza sale?”
ops…
Marie Antoinette (lo assaggia anche lei subito!! Qualche gene mio ce l’avrà no???) mi ha portata alla dura realtà ma io con sguardo sognante me ne sono infischiata di questo piccolo particolare…lo farcirò con prosciutti e formaggi saporitissimi, o creme e cioccolati dolcissimi.
La catarsi si è compiuta anche questa volta Lo ammetto, ero partita male,molto male a preparare questo pane , colpa di pensieri dolorosi che fanno male e prosciugano…ho fatto il pane lo stesso e, seppur senza il solito sale, è stato, come sempre, terapeutico .

Finchè al mondo esisterà il pane fresco…le cose non potranno mai guastarsi in maniera irreparabile”
“la regina dei sogni” C.B.Divakaruni

7 commenti:

  1. Roby, potrei scrivere un commento lungo mille righe per descriverti l'amore per il pane, quanto mi piace, che lo mangerei sempre riunuciando a tutto il resto, ma lascio che sia la tua frase finale a descrivere quello che provo, e che provi anche tu.
    Quanti pensieri contorti nella mia testa, mi sa che avrei bisogno anche io di fare il pane.
    Ti abbraccio

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  2. Che meraviglia tutta questa "confusione" ordinata nella quotidianità di ognuno, i tuoi racconti possono essere gli stessi di altre donne e questo ci fa essere..qualcuno o qualcosa di bello :)

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  3. Roby, e a chi non succede? secondo me a tutte!
    Ma dimmi hai fatto una treccia a quel pane? è bellissimo!
    Personalmente, i miei pensieri intanto che faccio i lievitati sono di assoluto terrore! invece gli impasti aerati mi rilassano: oggi ho fatto madeleines, brownies e pan di Spagna per festa bis della mia Carla, sto bene in mezzo a piccoli pasticcini e friandise varie!!
    Ti abbraccio, buon we:)
    Pat

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  4. @silvia: carissima ma quanto ti capisco!! ti abbarccio anch'io tanto

    @stefania:hai ragione è bello "navigare" tra blog amici e scoprire anche negli altri una parte di te! ti mando un grande abbraccio

    @patricia: hai ragione non ho spiegato come l'ho fatta!!! adesso correggo il post e metto il link al blog in cui l'avevo visto!poi auguri per la festa bis della tua carla alla quale mi piacerebbe partecipare visto le dolcezze (raffinate!!) che hai preparato! un mega besos

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  5. il pensiero greve che si fonde nel benefico impasto del pane per uscirne purificato e reso lieve, è una metafora efficace su come dovremmo usare meglio gesti atavici, semplici procedimenti, per stemperare quel folle cinetismo mentale di cui tutti siamo prigionieri nel nostro vivere....
    brava Roby, condivido con tutto il cuore!
    (...ehm...perchè lo stesso non capita mentre si stira? magari annusando e accarezzando panni stirati ancora caldi? :-)

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  6. Ciao Roby! Il tuo pane è veramente bello e sicuramente buono, anche se non c'era il sale, ma puoi sempre dire che è un pane toscano, no?!? Anch'io quando cucino lascio libero sfogo ai miei pensieri più svariati e mi rilasso...
    Un abbraccio

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  7. @ale: ciao cara!!! che bello averti qui! si in effetti, per trovare scuse sono preparatissima...:-))) ti abbraccio

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