martedì 28 gennaio 2014

CUCINA VINTAGE? SI, GRAZIE...



Voglia di anni 60?  Voglia di sfogliare riviste "vintage" di cucina?
Bè sappiate che negli anni 60 non si scriveva solo di ricette ma di...
volete sapere di cosa si scriveva? Bè allora oggi, andate  a dare un'occhiata allo Starbooks perché è... Retrò !  ;-)

3 commenti:

  1. Mia nonna ha sempre lavorato a tempo pieno e fatto la casalinga a tempo pieno. Eh, già. Non se ne poteva fare a meno, con 4 figli, negli anni'60.
    Come lei tante altre donne.
    Su cosa si tagliava allora? Su tutto: uscite MAI, dico mai, meno di una l'anno. Spettacoli, zero. Vestiti, niente. Telefono? solo in caso di morte. Hobby? Non diciamo sciocchezze. Le amiche? ma quando c'era il tempo? Al massimo la chiacchiera con la vicina. Vacanze sì, quelle si facevano (in camera d'affitto, in montagna o al mare). Viaggi: zero. Tempo libero? Tipo per sfogliarsi la rivista di cucina? Inesistente. Sport? per carità. Svago? la messa la domenica, prima delle pulizie.
    Mondo migliore?
    No, proprio no.
    La cosa che ci fa apparire oggi migliore il mondo di allora è l'idea di poter vivere con tutte le possibilità di oggi, totalmente diverse da quelle di allora, ma risparmiandoci l'impegno del lavoro fuori casa. Più una questione di avere disponibilità economiche e chance lavorative adeguate che di mondo migliore.
    Poi ci sarebbe anche la questione che un lavoro garantisce alle donne l'indipendenza economica e l'autonomia, il confronto con il mondo esterno, mentre il fare la casalinga no.

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  2. Hai ragione e oltretutto,in quegli anni, anche chi aveva le possibilità conduceva comunque una vita semplice . Certamente oggi l indipendenza economica delle donna ha fatto tanto ma purtroppo non ci ha risparmiato affatto la parte " casalinga" . Certo abbiamo più " potere d' acquisto" ma stiamo davvero meglio perché abbiamo una borsa in più o perché ci possiamo concedere we in una beauty farm? Chi lo sa ? :-) bisognerebbe aprire un dibattito ....:-) ti ringrazio per il tuo commento e la tua visita ! A presto

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    1. Hai ragione: il carico domestico sta ancora in gran parte sulle sole spalle delle donne, soprattutto in Italia. Così come la sua organizzazione, che lo complica non poco. E' ben diverso controllare se sta finendo la carta igienica e mandare un sms perché il marito si ricordi di comprarla (in caso di marito "cooperante") che avere un marito capace di preoccuparsi da sé di controllare se qualcosa manca e provvedere autonomamente, possibilmente non nel negozio a prezzi gioiello perché sotto casa, ma in quello più conveniente anche se ci vogliono 5 minuti in più. O affidargli la vestizione dei figli senza doversi aspettare sedici telefonate perché "non sa dove stanno le cose" (ma si può???).
      Però, attenzione: qui il problema non nasce dal lavoro fuori casa, ma da una mentalità ancora non troppo lontana da quella della Cucina italiana: il marito non va disturbato con questioni casalinghe, altrimenti se ne va (fisicamente o emotivamente non fa differenza). Tacere, tacere... quando bisognerebbe, come semplice gesto di responsabilità verso il menage familiare, che anche l'altro imparasse cooperare invece di scaricare le seccature, no?
      Quanto al discorso del potere d'acquisto: a parte che molto spesso è proprio indispensabile, la questione non è la borsa in più, ma la possibilità di essere autonome e padrone per quanto possibile della propria vita, poter fare delle scelte, grandi o piccole, senza dipendere sempre dal denaro altrui. Senza dover chiedere, anche al marito più compiacente del mondo. Questione di dignità personale, e anche di responsabilità, prima che di consumo. E' molto diverso, anche se certo comprende pure qualche sfizio, che nella vita a mio parere ci vuole, come una borsa, un libro o un concerto, ma non è la motivazione principale. La vita degli anni'60 prevedeva molto ma molto meno che un'astinenza da borse, era una vita più dura e faticosa che semplice, e infatti le donne allora a 60 anni erano vecchie e piene di acciacchi, e spesso vivevano poco di più... come gli uomini d'altronde. Questo andrebbe tenuto ben presente quando ci si interroga sul "mondo migliore": lo scambio non era, come non lo è oggi, su una borsa in più, ma tra la miseria e la fatica e un benessere onesto e senza sprechi, ma anche senza l'assillo di dover risparmiare su ogni cosa che semplifichi o renda piacevole l'esistenza.

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