Le crostate sono , per me, le torte per eccellenza.
“che torta faccio” chiedo
“mah… fai una crostata…!!!”risponde marie antoinette
Piace sempre. È un dolce collaudato, che dà sicurezza, che non mette ansia. Riesce sempre e può essere utilizzata anche come svuotafrigo: marmellate a metà, frutta da far fuori…
regala sempre un sapore confortante , si sposa bene con un te ma è l’ideale anche per una ricca colazione mattutina. se devi portare un dolce la crostata è perfetta: difficilmente non piace.
è bella da vedere sia che la si faccia tonda, rettangolare sia che la si decori con striscioline o la si lasci … nature!
Insomma questa ode alla crostata ci sta.
Il primo ricordo che ho della crostata mi riporta a Gittana, la casa dei miei zii al lago e a mia zia Leru che la prepara. Ai tempi, facevo le elementari, la faceva sempre con le pere, quindi per me la crostata di pere mi fa tanto “vintage”!!!
Usava una quantità minima di farina : poca pochissima e la aggiungeva mano a mano e poi incorporava il burro, che mi ricordo tantissimo…poi l’uovo ,lo zucchero , scorza di limone grattugiato , una bustina di vanillina e una punta di bicarbonato.
Poi prendeva una teglia bassa , di quella per le pizze, e piano piano la stendeva subito.
Ne teneva da parte una palla con la quale faceva fare anche a me le striscioline da mettere sopra .
Già lì davo segni di interesse per la cucina, mi piaceva allora guardare più che fare. Mi piaceva guardare mia nonna che faceva gli gnocchi e torte di ogni tipo, mi piaceva guardare mia zia che armeggiava tra i fornelli perché mentre cucinava me la contava anche un po’ su.
Mi raccontava chi le aveva insegnato a cucinare quel piatto lì e il perché e il per come…poi ci agganciava una serie di aneddoti,di storie vere (forse o forse no…) e io mi perdevo nei suoi racconti.
Mi raccontava della sua vicina di casa di Milano che le aveva insegnato a fare la crostata perfetta perché era stata edotta dalla sua “simpatica” e “gentile” e “buonissima” suocera. Le virgolette stanno ad indicare che la tipa era tutto fuorché gli aggettivi indicati…ma era un’indubbia cuoca, allieva dell’Artusi (nel senso che il suo libro era la sua bibbia) del quale conosceva quasi tutte le ricette oltre ad essere onnisciente su qualsiasi ricetta piemontese (era di Torino)
Ai tempi , quando la vicina di mia zia invitava i suoi suoceri con parenti vari, usavano dare i voti ai piatti. Usanza poco elegante e scatenante spesso delle vere e proprie diatribe tra i commensali…il piacere di gustare piatti comunque prelibati finiva in secondo piano e spesso si concludeva “l’incontro” con una vera e propria sfida al grido:
“la prossima domenica venite a pranzo da me “ detto, o quasi gridato, di solito, da chi aveva criticato (indovinate chi??’) per far capire al mondo quanto era in effetti più brava lei e quanto avesse dato il voto (pessimo!) con cognizione di causa .
La vicina di mia zia , donna dolce e mite, dava voti sempre altissimi e se veniva stroncata (come spesso accadeva) incassava con eleganza e dignità. Superiore a tutto e tutti , ovviamente, scatenava gelosie e invidie delle quali, ingenua, non si accorgeva nemmeno!
Ma con gli anni riuscì a superare il maestro (la suoceraccia!) ma nessuno ebbe mai il coraggio di darle dieci e lode negli odiosi pranzi famigliari, ma pare che in segreto, tutti si complimentassero con lei per zittirsi subito al sopraggiungere della “amabile” suocera…Era il candore in persona, anche adesso nonostante gli anni e un po’ di sana dura esperienza di vita, pare le sia rimasta quest’aura da “fuori dal mondo”. Gli anni le hanno portato però anche la consapevolezza (meglio tardi che mai…) che non era stata proprio ben accetta nella famiglia ricca e borghese del marito tanto che …bè…la pianto qui perché davvero ci sarebbe da scrivere un libro su questa signora ma di quelli che “Jane Eyre” ci fa un baffo…..
Tornando alla nostra crostata , questa dolce vicina aveva riversato ogni suo sapere relativo a questo dolce a mia zia che ne ha fatte così tante ma così tante e soprattutto, sempre più buone (un grazie anche alla povera sua vicina vessata e vittima) , che un giorno , l’abbiamo incoronata regina delle crostate!
Niente onori però per la mia nobile (d’animo) zia ma solo l’onere di preparare sempre e solo lei la crostata per il parentado, giudice insindacabile che la portò sugli allori….ehm….per loro puro tornaconto . Leggi : crostata sicura , sempre e soprattutto ottima) !!!
Però noi dieci e lode glielo abbiamo sempre dato all’unanimità !!! :-)))))
“che torta faccio” chiedo
“mah… fai una crostata…!!!”risponde marie antoinette
Piace sempre. È un dolce collaudato, che dà sicurezza, che non mette ansia. Riesce sempre e può essere utilizzata anche come svuotafrigo: marmellate a metà, frutta da far fuori…
regala sempre un sapore confortante , si sposa bene con un te ma è l’ideale anche per una ricca colazione mattutina. se devi portare un dolce la crostata è perfetta: difficilmente non piace.
è bella da vedere sia che la si faccia tonda, rettangolare sia che la si decori con striscioline o la si lasci … nature!
Insomma questa ode alla crostata ci sta.
Il primo ricordo che ho della crostata mi riporta a Gittana, la casa dei miei zii al lago e a mia zia Leru che la prepara. Ai tempi, facevo le elementari, la faceva sempre con le pere, quindi per me la crostata di pere mi fa tanto “vintage”!!!
Usava una quantità minima di farina : poca pochissima e la aggiungeva mano a mano e poi incorporava il burro, che mi ricordo tantissimo…poi l’uovo ,lo zucchero , scorza di limone grattugiato , una bustina di vanillina e una punta di bicarbonato.
Poi prendeva una teglia bassa , di quella per le pizze, e piano piano la stendeva subito.
Ne teneva da parte una palla con la quale faceva fare anche a me le striscioline da mettere sopra .
Già lì davo segni di interesse per la cucina, mi piaceva allora guardare più che fare. Mi piaceva guardare mia nonna che faceva gli gnocchi e torte di ogni tipo, mi piaceva guardare mia zia che armeggiava tra i fornelli perché mentre cucinava me la contava anche un po’ su.
Mi raccontava chi le aveva insegnato a cucinare quel piatto lì e il perché e il per come…poi ci agganciava una serie di aneddoti,di storie vere (forse o forse no…) e io mi perdevo nei suoi racconti.
Mi raccontava della sua vicina di casa di Milano che le aveva insegnato a fare la crostata perfetta perché era stata edotta dalla sua “simpatica” e “gentile” e “buonissima” suocera. Le virgolette stanno ad indicare che la tipa era tutto fuorché gli aggettivi indicati…ma era un’indubbia cuoca, allieva dell’Artusi (nel senso che il suo libro era la sua bibbia) del quale conosceva quasi tutte le ricette oltre ad essere onnisciente su qualsiasi ricetta piemontese (era di Torino)
Ai tempi , quando la vicina di mia zia invitava i suoi suoceri con parenti vari, usavano dare i voti ai piatti. Usanza poco elegante e scatenante spesso delle vere e proprie diatribe tra i commensali…il piacere di gustare piatti comunque prelibati finiva in secondo piano e spesso si concludeva “l’incontro” con una vera e propria sfida al grido:
“la prossima domenica venite a pranzo da me “ detto, o quasi gridato, di solito, da chi aveva criticato (indovinate chi??’) per far capire al mondo quanto era in effetti più brava lei e quanto avesse dato il voto (pessimo!) con cognizione di causa .
La vicina di mia zia , donna dolce e mite, dava voti sempre altissimi e se veniva stroncata (come spesso accadeva) incassava con eleganza e dignità. Superiore a tutto e tutti , ovviamente, scatenava gelosie e invidie delle quali, ingenua, non si accorgeva nemmeno!
Ma con gli anni riuscì a superare il maestro (la suoceraccia!) ma nessuno ebbe mai il coraggio di darle dieci e lode negli odiosi pranzi famigliari, ma pare che in segreto, tutti si complimentassero con lei per zittirsi subito al sopraggiungere della “amabile” suocera…Era il candore in persona, anche adesso nonostante gli anni e un po’ di sana dura esperienza di vita, pare le sia rimasta quest’aura da “fuori dal mondo”. Gli anni le hanno portato però anche la consapevolezza (meglio tardi che mai…) che non era stata proprio ben accetta nella famiglia ricca e borghese del marito tanto che …bè…la pianto qui perché davvero ci sarebbe da scrivere un libro su questa signora ma di quelli che “Jane Eyre” ci fa un baffo…..
Tornando alla nostra crostata , questa dolce vicina aveva riversato ogni suo sapere relativo a questo dolce a mia zia che ne ha fatte così tante ma così tante e soprattutto, sempre più buone (un grazie anche alla povera sua vicina vessata e vittima) , che un giorno , l’abbiamo incoronata regina delle crostate!
Niente onori però per la mia nobile (d’animo) zia ma solo l’onere di preparare sempre e solo lei la crostata per il parentado, giudice insindacabile che la portò sugli allori….ehm….per loro puro tornaconto . Leggi : crostata sicura , sempre e soprattutto ottima) !!!
Però noi dieci e lode glielo abbiamo sempre dato all’unanimità !!! :-)))))
Buongiorno a volte mi sono sentita coinvolta nel tuo racconto|discorso per un momento di qua e per un momento di là della separazione virtuale dei comportamenti
RispondiElimina... sai Roby a me la crostata non viene mai bene ..mi piace e anch'io la considero ricca di storia i forni avevano ed hanno sempre la crostata sul banco anche se con il tempo è diventata come le modelle sempre più slim ... bacioni e buona settimana
@stefania: io ho alle spalle anni di panetti di pasta ...buttati! o si sbriciolava, o si appiccicava...poi guardando mia zia ho imparato la consistenza e la resa. ora la faccio quasi ad occhi chiusi! le crostate/modelle non mi piacciono tanto, preferisco quelle "antiche", un pò più spesse, con un pò più di sostanza!
RispondiEliminaun abbraccio grande e buona settimana a te
Hai ragione, la crostata va sempre benissimo, non si dice mai di no:))
RispondiEliminaIo faccio 1 kg di farina, divido in 4 e congelo! Impasto sempre pronto! Stai meglio? Ti abbraccio forte:))
Pat
...APOLOGIA della crostata ma...anche della mitica zia tua! e siccome l'ho conosciuta, devo dire che tutta questa allure di fascino e sapienza, le appartengono proprio. a me le crostate son sempre venute maluccio, come dici o troppo gnucche o sbrisolate, o troppo sottili che si rompono insieme col tuo intento di far fettine eleganti :(
RispondiEliminami ritrovo molto anche nei tuoi ricordi da spettatrice di cucine casalinghe. che bello sentir raccontare mentre si creano bontà. quante volte abbiamo assaggiato un raviolo crudo, uno gnocco di zucca subito dopo averlo rotolato sulla forchetta, tutto bell'infarinato!
allora ritento la crostata di marmellata con nuovo slancio, va'!
besos
Tu pensa che da quando sono celiaca una mia pecca era, appunto, la crostata... fino a quando non ho provato un mix di farine ed è venuta perfetta... chissà quanto mi avrebbero dato i miei parenti acquisiti? ;)))
RispondiEliminaUn classico intramontabile sempre gradito da tutti!
RispondiElimina@pat: ma dai! io non l'ho mai surgelata! in effetti è una bella comodità! "in forma" è una parola grande diciamo che ho avuto periodi migliori :-) ma sto decisamente meglio! grazie! un grande abbraccio
RispondiElimina@rita: brava ritenta tu che sei donna dalle mille e più risorse!!! baci
@stefania:voto : 10 e lode! a volte preparo il pane con la farina ad hoc per i celiaci e mi viene delizioso...quindi, vuoi mai che ci siano piacevoli sorprese nel fare anche la crostata??? proverò! ti abbraccio forte
@annaluisa&fabio:ciao ragazzi! ebbene si la crostata è una signora torta: un classico che non tramonta mai! baci grandi
e io conosco Gittana!!!! ciao Roby tutto bene? anche per me la crostata è la torta per eccellenza e con qualsiasi marmellata è sempre buona. Che bel racconto.... e sai che ieri in libreria con gli sconti ho fatto dei disastri 12 libri... romanzi... un pò per tutti :-))) baciuzzz
RispondiEliminaEly
@ELY: cia cara ely! lo so che sai dei luoghi che amo! :-) libri??? io oggi ho sfogliato il catalogo di tommasi editore e ne avrei scelti almeno 8 !!! e quesdti sono i libli di cucina, poi ci sono gli altri....uff...non riesco a stare dietro a tutto...ti abbraccio a presto (sono curiosa di sapere che libri hai preso...)
RispondiEliminaBellissimo questo racconto, un amarcord in cui si intersecano le note dolci e rassicuranti della crostata!
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