giovedì 29 luglio 2010

CRISI D'ASTINENZA DA...FORNO! :-)

Eh si , ero proprio in crisi di astinenza da …forno! Da tempo ho una sorta di pigrizia estiva che mi tiene lontano da cucina e fornelli ma la nostalgia da forno , quella non mi abbandona mai ! Il caldo e mille cose da fare però mi hanno tenuta per troppo tempo lontano dall’elettrodomestico più amato!
Fino a ieri sera quando una arietta fresca e un cielo grigio sono diventati un’ottima scusa per pensare di fare un caldo dolce!
Ho pensato a questa “non ricetta”: è la torta di pane. Una torta dalle mille versioni, una torta per la quale faccio tutto ad occhio anche perché la partenza è il pane avanzato e la quantità cambia di volta in volta.
Eravamo tornati dal mare con una piccola scorta di pane (non l’ho pesato e non saprei quantificarlo…) e quindi l’ho ammollato nel latte quasi a coprirlo tutto e l’ho lasciato lì per mezz’ora (forse di più…)
Poi l’ho strizzato e l’ho messo in una ciotola nella quale ho aggiunto: una scatola di amaretti sbriciolati, 3 cucchiai di cacao in polvere , 2 cucchiai di zucchero, un uovo intero, un po’ di uvetta fatta ammollare nell’acqua e una bustina di pinoli.
Ho mescolato il tutto . Per capire se manca qualcosa in questo rustico impasto è doveroso assaggiarlo “da crudo”…o perlomeno io faccio così :-) . Alla mia torta mancava infatti un po’ di zucchero ,avendo usato un cacao particolarmente amaro. Quindi ho fatto la mia aggiuntina e ho trasferito il tutto in una teglia rivestita di carta forno.
Temperatura 150°/170° dipende dal vostro forno e comunque non troppo elevata. La torta di pane va cotta almeno 40 minuti e se vedete che brucia troppo , abbassate la temperatura.
La prova stecchino qui non vale, nel senso che uscirà sempre umido perché è un dolce che mantiene l’umidità anche da cotto ed è quella che dà morbidezza e gli conferisce quella consistenza tipica.
Questa volta l’ho tagliata a quadretti e li ho decorati con lo zucchero a velo.

L’ho cotta in una teglia particolare : era di mia nonna e lì ci ha cotto i dolci più buoni che io abbia mai mangiato ,in cima a tutti uno strudel speciale e unico .
Mi ricordo perfettamente quando sfornava con questa teglia che sa di lei e quindi sa di Amore.
Mia nonna l’adoravo e l’adoro. Era una donna dura, poco incline alle coccole e molto pratica. Carattere certo ma anche conseguenza di una vita difficile che ha saputo sempre gestire al meglio.
A me piaceva proprio per la sua concretezza e per l’assenza di smancerie che non ho mai retto (anch’io sono un po’ così e spesso passo per donna algida e insensibile! Caratteristiche invece che non mi appartengono .I sentimenti vengono custoditi dentro di me profondamente senza farli emergere troppo…e in questo un po’ di geni “nonneschi” ci sono!)



La teglia l’ho fotografata: di alluminio , rettangolare, con le maniglie , con tanta storia. Quante volte avrà accolto strudel, rosgnazze, pinze…tutti dolci caratteristici delle zone di mia nonna. Mia nonna era istriana e la sua cucina aveva molto della cucina austriaca così i suoi dolci sapevano di cannella e di spezie. Era impossibile avere una ricetta da lei, faceva tutto ad occhio e quando le chiedevo
“ ma dammi un’idea della quantità ! Quanto zucchero???”
E lei rispondeva : “un pluc”
E “pluc” è rimasta per me l’unità di misura ad indicare un poco, quel tanto che basta che è così soggettivo e personale che il “pluc” cambia da persona a persona e cambia il risultato finale del dolce che si sta preparando!
Donna semplice ma importante e unica per me . Sapeva di buono e anche nella sua casa c’era quel profumo misto di alloro, cannella, sapone di Marsiglia…che sapeva di antico, di buone cose.
Quando ero piccola pensavo: come farò quando mia nonna morirà ?Mi disperavo solo all’idea.
E quando è successo per davvero ho provato il senso del vuoto incolmabile che nessuno riempirà mai più.
Non le dedico questo dolce perché non le appartiene, le dedico questi pensieri nati dalla sua teglia!
Quando mi cimenterò nei “suoi” dolci, sperando di azzeccare i “pluc” tramandati , sarà un remember con i fiocchi !!! sarà l’ospite speciale del mio post…:-)
Utilizzare il forno, ricordare mia nonna mi ha resa felice ma anche un po’ malinconica, ma giusto un “pluc” poi passa…

9 commenti:

  1. Non ho mai mangiato una torta di pane, vorrei provarla trovo anche molto romantico il fiocco di zucchero ... aggiungo con tanto affetto, anche a me piacciono quelle donne .. "lì", fatte così !!!

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  2. Ciao carissima,
    grazie alla tua dritta ho comprato e divorato (in tema cn il tuo blog, eheheh!!)"La bottega dei desideri", grazie 1000 mi è piaciuto tanto, tanto da avere un doloretto dietro la nuca considerata la posizione tenuta per ore...accetto altri consigli letterari!!
    kiss e buonissima giornata

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  3. @stefania: ancora un'altra conferma di feeling!!! ti abbraccio

    @anna: sono contenta che ti sia piaciuto! per te che ami la provenza, se non li hai già letti :
    "un anno in provenza" di peter mayle: bellissimo e simpatico. l'avrò riletto mille volte quando voglio sognare...
    "cambio vita" di lorraine fouchet (mi sembra si scriva così) : libretto carino , con copertina stra bella, ambientato in provenza. della serie che tutto si incastra magicamente ma a noi piace credere che possa davvero essere cosi! vero?

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  4. ciao e grazie per la visita.
    se ti interessa su la casetta di cioccolato ho aperto una raccolta di torte di compleanno
    vienimi a trovare baci

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  5. Non so di persona, ma ceto dal tuo blog traspare la vera te, che non è affatto nè dura nè algida!
    Sulla torta di pane passo... per ovvi motivi ;)

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  6. che tuffo al cuore...leggere di nonne...e di pane. mai mai sprecare il pane, rivestirlo a torta poi, è il massimo onore! è vero, si fa tutto a occhio, dipende dal pane che hai e dagli ingredienti aromatici che al momento ti girano intorno... è cosa nota quanto di noi siano le nostre nonne, non credo aver mai trovato tanto in comune con te in fatto di amore assoluto che ci ha legate a loro. non occorrono parole. quello che abbiamo vissuto ci guida ogni giorno.
    baci

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  7. @antonella: grazie a te!verrò di sicuro a trovarti. a presto!

    @stefania: :-) è vero ma per assurdo chi dovrebbe conoscerti meglio non sa (o capisce) tante cose!!!per il pane...ma credi non si possa fare con il pane gluten free??? (ci sono gli impasti pronti al super! ogni tanto lo prendo perchè c'è la figlia di una mia carissima amica che è celiaca e diabetica...)un abbraccio grande!

    @rita: le nostre nonne speciali ci hanno rese come siamo! l'amore verso di loro sarà sempre dentro di noi!torta di pane uguale a libertà assoluta di creare gusti, abbinamenti, dosi come ci va...:-)))

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  8. Mi ha commossa l'immagine della nonna ospite speciale del tuo blog...
    Il 'pluc' era l'unità di misura anche di mia nonna, che era pasticcera (quindi immaginiamoci le cose che non faceva con quei pluc), e anche lei usava quella stessa identica teglia rigata di alluminio coi manici mobili.
    Mi hai fatto venir voglia di andare a cercarla nella casa di campagna e di portarla a casa mia...
    Mi hai fatto venire un gran nodo in gola, mannaggia a te!
    Buona giornata e chissà che buoni quei dolcetti marronissimi di pane....
    A presto!

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  9. Caspita, cucini robine da acquolina in bocca... mi piace il tuo blog, dalla presentazione direi che coniuga anche i miei interessi, me lo guarderò con calma... anzi me lo gusterò! Scrivo libri per bambini e sono sempre in cerca di nuove ispirazioni, blog come il tuo lo sono, grazie... ciao!

    Cris

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